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4 BULBI ESTIVI CHE TI FARANNO RISPARMIARE ACQUA!
È già tempo di pensare alle bulbose estive! Si piantano adesso, per vederle sbocciare fra maggio e settembre, spettacolo quasi inatteso, visto che i bulbi, dopo averli messi a dimora, chiedono così poche cure da dimenticarsi quasi di averli…
Premesso che la scelta delle specie dipende comunque dai vostri gusti personali, se in più volete dare una mano all’ambiente (e al vostro portafoglio) potete orientarvi verso quei bulbi che chiedono pochissima acqua: al momento della piantagione e poi sporadicamente ogni 10-15 giorni se non piove, fino al termine della fioritura. In cambio, oltre a regalarvi colori splendidi, vi terranno compagnia per anni e anni.
Eccone 4 che potete facilmente acquistare nel nostro Garden Center:
AGAPANTO
Proviene dal Sud Africa, e già questa è una garanzia di “poca sete”: all’agapanto basta qualche annaffiatura sporadica fra maggio e settembre (qualcuna di più in vaso) per esplodere in un fuoco d’artificio nei toni freddi – blu, azzurro, viola o bianco –.
Da piantare a pieno o mezzo sol, a 10 cm di profondità in un terreno fertile, leggero e morbido, molto ben drenato. Gode del concime granulare universale che si distribuisce in marzo, maggio e settembre in giardino, ma non gli è indispensabile. In vaso va rinvasato ogni anno e i rizomi vanno divisi ogni 4-5 anni.
AMARILLIS
L’amarillis, anche lui sudafricano, produce fiori a forma di giglio, spesso profumati, e di colore rosa. Vive benissimo in piena terra nelle zone miti. Teme temperature sotto i 6 °C, ma d’inverno è a riposo e basta pacciamare bene il bulbo con terra e foglie secche.
Se avete l’accortezza di collocarlo in pieno sole, in un terreno sabbioso e ben drenato, annaffiandolo di tanto in tanto e concimandolo insieme con il giardino, vi ripagherà con una ricca fioritura in luglio-settembre. Vive anche in vaso, con gli stessi accorgimenti descritti per l’agapanto, ma ovviamente non si può dividere, trattandosi di un unico, grosso bulbo.
EMEROCALLIDE
È vero che i suoi fiori, piccoli “gigli” arancioni (rossi, gialli e marroni nelle varietà) durano una sola giornata, come dice anche il suo nome, ma ogni rizoma ne produce oltre una decina, che sbocciano in successione un giorno dopo l’altro. Sono un ottimo acquisto, perché praticamente indistruttibili: l’abitudine alla madrepatria, le steppe dell’Europa centrale, li ha resi indifferenti al gelo, alla neve, al caldo bruciante, alla siccità, al terreno povero e sassoso, dove possono vivere anche 40 anni. A loro bastano veramente solo le piogge primaverili, e aborrono i ristagni idrici. Sono eccezionali in bordura, creando due ali colorate attorno ai vialetti.
Ponete i rizomi a 15 cm di profondità, in pieno sole, e dimenticateli. Si faranno vivi loro, fiorendo in abbondanza in giugno-luglio. Non amano la vita in vaso.
GIGLI
Gli asiatici gigli li conoscete bene come fiore reciso, ma in giardino danno molta più soddisfazione: sbocciano in sequenza, producendo anche più di una decina di fiori (dipende dalla varietà) dall’architettura barocca e dai colori uniti, screziati, variegati, melangeati che abbracciano tutto l’arcobaleno tolti l’azzurro, il blu e il viola. E, volendo, li potete recidere e portare in casa! Uno spettacolo che incomincia a fine maggio e termina a metà luglio, secondo le zone italiane.
Si mettono a dimora in marzo-aprile, a 15-20 cm di profondità, in posizione soleggiata e in terreno fertile e fresco, già ben concimato. Si accontentano di qualche annaffiatura se non piove, soprattutto le varietà di taglia inferiore e a fiore “piccolo”. In vaso resistono un solo anno, nella primavera successiva i bulbi vanno piantati in giardino, dove rimangono per almeno 20 anni.